“Emanuele Aldrovandi si è misurato con il presente, straniandolo.
In un cortile condominiale ci sono due coppie: si affacciano alla finestra per cantare, scendono a ritirare i pacchi portati dai corrieri. Sono confinati in casa da una pandemia che trasforma gli esseri umani in tacchini.
Lo spettacolo, elegante e feroce, è fondato sulla progressione geometrica del dialogo, in cui Aldrovandi è imbattibile”.
Tiziano Scarpa, Domani
Emanuele Aldrovandi
teatro
sabato 27 luglio ore 20.45
domenica 28 luglio ore 20.45
70 minuti
Ingresso int. 12€ - rid. 5€ under 16 anni
Indicato dai 10 anni
UNA TRAGICOMMEDIA NELL’ANDRONE DI UN PALAZZO
In un mondo incastrato dentro ritmi frenetici e disumani, che sottraggono tempo al pensiero e all’introspezione, l’arrivo di un virus che trasforma le persone in tacchini blocca e distorce ogni cosa. Così, le due coppie protagoniste della storia, persone comuni, portatrici ognuna di una diversa posizione filosofica della vita, si ritrovano nell’androne di un palazzo assalite da domande, frustrazioni e paure. L’estinzione della razza umana è una sorta di esorcismo – catartico e liberatorio – che ci aiuta a metabolizzare il nostro presente con ironia, lucidità e un pizzico di grottesco surrealismo, utilizzando un linguaggio tragicomico, con dialoghi affilati e serrati.
Testo selezionato da Eurodram 2022
presentato in anteprima radiofonica in versione integrale il 1 maggio 2022 su Rai Radio 3 all’interno di “PRESENTE/FUTURO Nuove scritture per la scena italiana”
pubblicato sulla rivista Hystrio, luglio 2022
CREDITI
Testo e regia Emanuele Aldrovandi con Giusto Cucchiarini, Eleonora Giovanardi, Luca Mammoli, Silvia Valsesia, Riccardo Vicardi
con la partecipazione vocale di Elio De Capitani.
Scene Francesco Fassone, luci Luca Serafini, costumi Costanza Maramotti.
Maschera Alessandra Faienza.
Consulenza sonora GUP Alcaro, musiche Riccardo Tesorini.
Progetto grafico Lucia Catellani.
Aiuto regia Giorgio Franchi, foto Luigi De Palma.
Produzione Associazione Teatrale Autori Vivi, Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale
In collaborazione con La Corte Ospitale ::: Centro di Residenza Emilia-Romagna
Credit fot Luigi De Palma
Emanuele Aldrovandi (Reggio Emilia, 1985) è autore e regista per il teatro e per il cinema.
Laureato in Filosofia e diplomato all’Accademia Paolo Grassi di Milano, dal 2010 a oggi i suoi testi teatrali hanno vinto numerosi premi fra cui Tondelli, Hystrio e Pirandello, sono stati messi in scena nei principali teatri italiani e sono stati tradotti, pubblicati e rappresentati in inglese, tedesco, francese, spagnolo, polacco, sloveno, ceco, croato, rumeno, catalano e arabo.
Le più recenti produzioni internazionali sono Isabel Green al Festival di Avignone 2023, Sorry if we didn’t die at Sea al Park Theater di Londra, sempre nel 2023, e Kamikaze al Dramma nazionale di Rijeka nel 2024.
Ha lavorato fra gli altri con Serena Sinigaglia (Isabel Green, La Peste di Camus, Le nostre anime di notte), Silvio Peroni (Il Mago di Oz, Molto rumore per nulla, La pace non è mai stata un’opzione), il Teatro dell’Elfo (Lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte, Tamburi nella notte, Robert e Patti, Il seme della violenza) e la compagnia MaMiMò (Homicide House, Nessuna pietà per l’arbitro, La donna più grassa del mondo).
Nel 2020 ha fondato l’Associazione Teatrale Autori Vivi, con la quale sta portando in scena alcuni dei suoi testi, curandone la regia e seguendone sia gli aspetti produttivi che la distribuzione: Farfalle (2021, con ERT e Teatro dell’Elfo), L’estinzione della razza umana (2022, con Teatro Stabile Torino), Dieci modi per morire felici (2023, con I Teatri di Reggio Emilia), Come diventare ricchi e famosi da un momento all’altro (2024, con ERT e Teatro Stabile Torino).
Per il cinema ha scritto e diretto tre cortometraggi che sono stati presentati in numerosi festival nazionali e internazionali, ricevendo svariati riconoscimenti, fra cui il Nastro d’argento nel 2021 per Bataclan.
Nel 2024 è uscito il suo primo romanzo, Il nostro grande niente, pubblicato da Einaudi Stile Libero.
Insegna all’Accademia Paolo Grassi di Milano e alla Scuola Holden di Torino.